Una tela in cielo
Scivolare luce dentro il suono
in chimica reazione
è un po’ come spacciare sottobanco impreciso teorema
che dice corpo a un’anfora
cruna alla gobba di un cammello.
Sette furono le vacche magre e grasse
e pur sempre vacche
che fuggirono spettinando campi prima di bruciarli
quando locomotive ancora parlavano di viaggi
mitici su poggi passanti.
E Io lì ad ascoltare con la saliva andata
pensando a quel piccolo cucchiaio
abbandonato su una tovaglia bianca
col cuore tra le gambe.
Le spalle sempre sanno dell’errore alto
perché solo dopo piegate si ragionano
disperando il soffio acre costretto in un cassetto
mentre fuori irrompe lo spettro del deserto.
E sarà vocalizzo allora la veste dei ricordi
dall’organino colta nel giro della ruota
Anima strappata da inchiodare in cielo
tela vera con la mia firma in calce.