Treni fuggiti
è entrato novembre
che non è il mese delle ombre
pure se i giorni s’accorciano
e i suoi primi passi muovono
da chi più risponde
/Novembre, che tanto fa riflettere
la realtà e il sogno/
e spesso
staccare si vorrebbe
dal proprio tetto il ruolo
lavorarlo a crescerlo
trapassare il paese delle nebbie
fra azzurri toni ambrati.
E su lucori balenanti
la veste appendere
impregnandola di latte nuovo
in religioso silenzio -intanto
i boschi
fanno selva d’abbraccio
inquietante
o caldo –dipende-
ma sempre si presenziano
a predisporci al mistero
a lontananze.
Hanno grembo tenace
continuandosi
oltre treni fuggiti
pieni di speranze
e Noi – da qui
che su pensieri ci affacciamo
per ritrovarci
ancora a corde vibranti
funamboli
su antichi fumaioli d’attimi
avvolti dai nostri sguardi
fruttati
da un cielo indifferente