Se ci fosse un dove … dietro un quando°
Sono
qui
ultima della mia progenie
(se così posso dire)
a ignorare chi fu il mio primo.
Sai
avrei voluto scriverla
io
la tua poesia
(e mi capita di rado).
Così
conoscerti
e farci compagnia
tu ed io
a Tempo unito
lì
a meditare sul Creato
dei suoi suoni antichi
amici in solitudine
senza rombi cittadini in testa.
Anch’io
parlo con me stessa
e mi capisco
anche contraddicendomi
dentro un Mondo a parte
dalle valli alte
d’oro maculate
col ruscello che soffia e non vedo
e al tuo somiglia.
Su un sasso assisa fra le frasche.
Quante le volte che vorrei andarmene!
Se mai ci fosse un dove dietro a un quando.
Un dove ricco di respiri
nuovi
bianchi
vermigli
freschi come menta
che riempiano lo scafandro d’azzurri destini.
Ed esule essere … da questo palco a picco sul sipario
dell’ indefinibile.
°
Liberamente ispirata da una lirica di G. Caproni