Roma Città Aperta
Nel recente del passato
il volto della pagina è cambiato – non lì
In quell’istante di sequenza
e t e r n a
l’urlo che esplode
chiama
si dipana
s’affigge nelle tempie
di chi guarda
Altro dalla mia faccia
diversi gli occhi il naso le labbra – ma v’abita il sentire
sopra quella strada
Inutile
la corsa disperata.
Le mani – non attraccano al pontile
scivolano su muri d’aria
e la Resistenza stramazza
sotto colpi di mitraglia
annunciata e improvvisa
Ali
quelle gambe negate – molli di dolore – spente
… che quasi dubitano cognizione e ragione …
di un Prima a volarle
se ora lasciate così