L’imene di una rosa

Muri e lenzuola da dipingere
sognando il bianco … che più bianco non si può

No, non cesserai di colorarmi
bianche lavagne speziando di semina acquea
il colle vivente del mio ventre –
nemmeno incendiandomi appesa lì dove sai

Svenerai invece
quel piccolo gruzzolo compianto
di una sera intoccabile

apicale – su guancia sdraiata
quell’una che sfuggì
e chiamammo lacrima

Ricordi?
La leccasti –

dal dentro del collare
il raggio fu breve ciliegia fra le mani

l’imene di una rosa
troppo preziosa per poterla amare

© ore 8,34

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