Corda di cocco
Nella notte inchiostrata
nuotano dilemmi,
innumerabili ciglia di ragazza
Sa di dolce sale
l’aria frustata dall’Era magica,
altalene librano orbite urbane
da vecchi palazzi impalcati
la corda di cocco è implacabile
e fin nei fulcri più reconditi
r e g g e
essenze di farfalle
e avvoltoi pesanti
con la stessa prudente imprudenza
avviluppata
Non taglia l’acqua
tele bianche
ma fulgente alla fontana
si mostra assolata
sorgente
Dimmi allora per quanto avrei volato spazi
interminati,
come mi avvolgevano coperte indenni
da malanni
senza comprendere che ci sarebbe stata
l’assurdità di un quadro
Tu che sei lascito tragico
di una rossa veste disabitata
e domanda del mio sguardo riflesso
rifiorito tra sogno e realtà
Tu che sei l’astro che manca
alla profondità del mio cielo stellato
© 25 agosto ore 7,12