Vestiti di neve
Angeli
non altro che angeli
gli alberi
vestiti di neve
grazia muliebre
l’anima celeste
transeunte ed eterna
Trattieni per un attimo il fiato
prima di sfumarlo
poi ancor più caldo
nell’aria bianca dell’inverno
© ore 8,28
Angeli
non altro che angeli
gli alberi
vestiti di neve
grazia muliebre
l’anima celeste
transeunte ed eterna
Trattieni per un attimo il fiato
prima di sfumarlo
poi ancor più caldo
nell’aria bianca dell’inverno
© ore 8,28
Non è grotta il cielo
anche se vi si evapora con tutta l’anima
ed hanno inferi le stelle
comete d’acqua acquattate a labbra
infinitesimali
Calcolami incognite, rubriche, momenti
dentro teiere bollenti e tolleranti
da Limoges a mera ceramica
stracciando stracci di carta che non meritano
nemmeno un cestino di plastica
/ e questo lo abbiamo sempre fatto /
pur appesi a paradisi artici
sorpresi d’esplorare raggelati strali
corpi addormentati nel perenne
sognante
Tesori agglomerati a bianche tenebre
quando il desiderio chiama e scrive
e un attimo prima scendo dal Tuo letto
© ore 8,12
Cosa sono ora Io, o sono sempre stata
Prendi la mia mano (penna)
a dirmi, a rivelarmi
il ceppo della strada (e tutti i suoi giri)
Sono terra, acqua, l’aria che respiro
solo perché penso, guardo, cammino
Chiusa in questa gabbia
che invecchia, stride e gracchia
alla Me estranea e bambina
appena duole il vento …
… quel vento che duole
perché tutto si consuma
senza consenso
Cosa sono ora io, o sono sempre stata …
… ciò che d’un tratto non sarà domani
© ore 13,56
Tratteggialo
quel ramo d’oro
che lo spazio scorre
e intarsia –
volalo e navigalo
sia anche col pensiero
freddo
matematico
E gli argonauti
avranno
vero vello
vera acqua astrale
a comporre
sinfonia d’immenso
rivelata
fra le nostre galassie …
… e buchi neri
che tanta luce ingoiarono
nel moto di un Tempo
senza gravità d’intenti
Àncora che ancora
ti parla
alla destra del c a n e
pure se l’esistenza è andata
© ore 7,54
Tacita urgenza
non più cercarti
incline al desiderio
imploso in una rosa
Dell’Amore innamorata
e di Me stessa
in linea retta ti disegno
moltiplicando
la somma che ci resta
l’eccitato bene e male
Ed è fragranza
a rimanere appesa
gocciolando
senza finire
il dubbio della presa
troppo eterno
il concetto della lingua
che calda con la tua veniva …
… per tutti gli acini d’uva piena
succhiati alle mie dita
a m a n t i
© ore 7,59
Incidere
con bisturi di parole
l’inutile
convergenza
d’astratti poligoni
L’area è buona
su paralleli mondi
e il volume suona
parentesi e potenze
… su balconi …
s’affacciano frazioni
e in prisma di luce cosmica
trasformano
logaritmica passione
Ecco –
Noi siamo lì
© ore 7,43
Non si è mai in ritardo
quando non si è che aria in rada,
sfumature graduate
– dando una pettinata all’ansia –
e ritrovare
l’attesa d’aspettarci al largo
della strada
un letto a due fianchi
solo da attraversare
e te e me
ancora vivi di maiuscola ciniglia
zebre solcate su catrame
fino al punto dove tutto ci ferma
… N a u f r a g h i …
in un abbraccio che trema
© ore 18,19
Quando me ne andrò
come va il fiume …
… non guarderò a mani o cose
che prendono e tolgono
Fisserò
l’ultimo pensiero che mi pulsa
nello scrigno …
… alla liberazione
da ingiustizie e orrori
E si spoglierà ogni mio passo
– voglia o non voglia –
d’ogni sospiro che respirò
affanni inutili
tra tanti stracci e poca stoffa fine
Forse
ancora mi bagnerò di pianto
ma non dimenticherò
di sbocciarmi un sorriso …
… mentre mi accoglie il mare
© ore 8,20
Controllerai le gomme
e macinerai
caffè d’autostrade –
liscio olio grigio in mezzo a coste puttane
Il cielo sarà basso colmo di nuvole magre
pronte ad ingrossare
filiera di ricordi atemporali
a gocce
a sprazzi
a nubifragi seriali
li sceglierai e non li sceglierai
tra le nostre rotule sfiorate
prima di copulare il freno canterino
nel nido della festa serale
al villaggio
dove le porte sono bocche
e le finestre sono occhi …
… che chiudono le labbra
© ore 7,31
Non so se
sia più importante sentirti o vederti –
il Sentire però
ha frecce da scoccare
a prenderci,
misterioso senso
che gioca a nascondino
tracce d’orme
a sguardi estranei precluse
e converge
suadente pendolino
a dirci dove l’acqua si beve
dalla neve nuda,
nei vicoli del cielo
ventre a ventre venuta
in voli che non fuggono
l’impegno di fiorire
insieme
Eppure io adoro
questo Poetico soffrire
e come intrighi – Passiflora
da remoto presente
spalmata sulla pelle più segreta …
… ora che sul volto della schiena
l’hai riconosciuta
© ore 6,59