Categoria: poesia

PER SCALDARE QUESTE MANI

in dissolvenza  va l’impeto di  scriverci

che in lungo si vestì e stanco ci compagna.

pallottole spuntate le parole gravi,

secchi petali quelle dolci e profumate …

sa la pelle che abbisogna  d’acqua.

così prendo quei vagoni dell’andare,

il loro viaggio a chiuse porte,

i paralleli sogni che non trovano stazioni

o un avamposto di riserva …

per scaldare queste mani.

Dà il suo ruolo la Notte

S’alza, Lei scalza senza dire,
il silenzio la fascia
nel coprirsi.
Cauta tenda chiama
luci di strada,
qualche macchina vaga.
<Sa> di lenzuola
sonnolenta città

Si svolge sui colli
Presepe di verdi ombre:
piccole case,
un brillio a dipanare
il mio chiamarlo Natale.
Poi tramonta
per il sole che sorge
e nuovamente s’addorme
finché vuole l’appello a esistere

Bello l’Inverno
quando ha il freddo più freddo.
Custode è dei corpi,
degli alberi che vestono,
di quelli spogli …

… a ognuno dà il suo ruolo la Notte

POSSESSION

…  eccoci

a cavalcare il sogno,

a farlo:

di Noi stessi a farci,

pienamente Soli

sotto un’ ardesia d’Amore …

stringimi  

che il respiro stenti

e fame  avrò più  della mia sete

se mai fosse  possibile

spogliami

dolce e maschio,

sai che godo a rivelarmi

al viaggio del tuo sguardo

marchiami

a saliva e a carezze

che di tensione vibra

la voglia eretta  

… e  m’inarco,

le cosce allargo

voluttuosamente dannata,

in ogni goccia di vita

arresa

alla Tua possessione divina 

FINO ALL’ULTIMA GOCCIA

Cingimi

fa che le Tue braccia siano dolce sciarpa
e io non respiri altro che il Tuo respiro.
Cuore quel bacio … tra Noi

i passi sono note
per le mani che s’intrecciano,
conducono
dove tutto resta fuori
e della sera e i suoi lampioni
fanno liquida notte

Toccami

passami con la lingua il ventre
ovunque ci sia percorso d’umori,
su cime di neve impressioni di colori,
fra cosce senzienti a dischiusa alcova …

… affinché io possa assorbirti fino all’ultima goccia

Il suo volto

Chissà
se l’inaspettato
ripeterà il suo volto …
… e la pioggia bagnerà
i nostri sguardi complici
intimamente intensi,
elettrizzanti d’emozioni
in quell’angolo incastonato
fra la gente

Avevo dimenticato
quanto sublime fosse
l’insieme degli istanti: veri, caldi.
Come eterni,
timorosi di lasciarsi

E al bacio sulla guancia andò
il reiterare,
al tocco delle mani
l’indugiare,
al dovere lo staccarsi …

… mentre una scia di pensieri
inutilmente si rincorreva
così che i corpi
non si staccassero dall’Anima