Categoria: poesia

Ieri e sempre

Erano ricci
un sasso puntuto per aprirli …
… e le castagne
si facevano bianche
per Te.

Sorreggeva mondi il muro a secco
strisce d’acqua dolce d’intorno.
Valeva il pendio il fiato corto,
divenirne sinuoso,
silente muschio
a svelare i segreti del bosco,
l’argine pieno e focoso.

Desiderio splendido
senza fine e fame
nell’Era che scioglieva i capelli
dietro un sipario voluttuoso.

Ci vuole poco a morire e tanto per vivere

ieri e sempre.

Con lo sguardo perso

Restò

con lo sguardo perso
nella testa,
il buio rotto dalla brace ancora accesa.
L’umido dei baci la coglieva.

Albeggiavano
tremule anse celesti,
cunicoli incandescenti
sulle labbra non spente.

<>

Fermare
quel sapore seducente
i lobi caldi
i brividi affiatati
il soffio impellente
su ogni tratta di pelle.

Caduca veste lì sempre
… nuda la voglia …
il Suo farmi godere.

Solitudine

< Sì >
essere ciò che si è.

Quadro reale
tangibile
inconfutabile …
… i giorni
che si perdono e accumulano.

Ognuno alla sua porta.

E farne Solitudine
carezzarne le fusa..

Passi e Volti

È come esigenza d’astinenza
la voglia d’accendere
appena l’alba chiama.

Improvvisa sete
l’estate a liquefarsi
sull’asfalto ammantato da un miraggio occidentale,
tormenta di fame
all’addiaccio algido che non dà tregua,
ricerca suprema d’una tana
disgelando l’Essere
almeno in un atto di speranza
liberato da paure e tristezze
foss’ anche per un attimo.
Farne fiori di campo
carezze sciate sul bianco
carrucola nel pozzo di se stessi.

E scrivere di Noi
ridisegnando passi e volti

per non dimenticarci.

In un’unica sciarpa

All’imbocco del viottolo
c’era la sera,
lo zingaro pellegrinare
delle zagare,
e qualche moneta.

Poteva essere campagna
oppure mare,
ma il cielo era rotta certa
così pieno di lampioni astrali
e la vestale tonda e serena

… voglio vederti i pensieri
forse immaginarli …

stava l’attimo prima di parlare
quando da una qualche parte
avvenne lo strombettio d’una macchina
e la luce d’un semaforo
a essere lanterna.

Così tornai alle scarpe, e ai passi
antichi e confortanti
che non rinunciavano alle gambe
né alle loro braccia da una bocca all’altra

fasciandoci in un’unica sciarpa.

Con l’Eros alle persiane

In diagonale
si notava appena.
L’attenzione andava
alla strada,
detriti d’alabastro
la splendevano bianca:

-Fosse l’illuminazione che salva da qualsiasi cosa possa salvare!

La percorse visionandola nel giorno di un sogno
a criniera ampia.
Striature zampillavano l’aria,
nuvole guarnivano di panna
il tetto d’una casa,
nel silenzio di un pathos claustrale
che profondi emisferi univa.

Gambe lente e vellutate
macinavano
appaiando blasoni da fiaba.
E mura antiche non guardavo
raccontare

perché Tu lo facevi
coi tuoi occhi luccicanti
a timide finestre
con l’Eros alle persiane.

La Sorte

Nel folto

luccicava qualcosa
un’ iride
un’idea
l’epifania di un volto in viaggio fra la nebbia.
L’umidità valeva
come crema famosa
da stendere su quel volto percepito
forse intuito.
Una rupia, un marengo
non so quanto oggi.

File di pioppi e fossi
bianco sporco i tronchi dei giorni
e sul quadro luminoso
che ho acceso in fronte.

Sbaffa il marrone
scacchiere di campi
dove forse gioca Dio
con gli uomini

la Sorte

Pettirosso

Bianca è la neve che incanta
l’inverno.
Diciamolo
anche perché così si racconta
da sempre.

Lei esce dal tempo e lo ferma,
dal cielo cade che pare contenta.
A volte succede che il vento la scosti e la sbalzi
ma poi le sue piume rinvengono
e danzano
mute nell’aria una danza
perfette farfalle
perfetti diamanti
che scendono
ovunque si posi una trama.

E vive l’essenza
la voglia di sogno
il respiro che esce dal corpo
e si scioglie.

Grande contrasto ha la fame del pettirosso.

Come un treno veloce

Le ciglia sono volute grate
quando le socchiudi
posizionate verso il sole
ed è quasi acqua l’aria
che tra loro s’intrufola
in un delirio di luci
a solleticarti la gioia.

In quel momento
<un haiku di momento>
ti illumina la storia
di virginea memoria
e come nuovo lo sguardo
si propone aperto sul mondo
al gusto delle piccole cose
divenendo un tutt’uno
che passa
come un treno veloce.

Vino e Calice

Imbavagliare a volte
vorrei il Pensiero
che non sempre cerco.
Ma Lui m’insegue e acchiappa
e non ho scampo
si frantuma in altri, altri tanti.

A seconda della luce che capita
dell’ombra anche
seguono i binari.
Come quando la scelta parla
oppure il caso
e convoglia da un passo all’altro
ai crocevia che in un momento
accadono …

… mutando Vino e Calice.