Categoria: poesia

Nel nome degli alberi

Fa freddo
nel salotto di casa.
Meglio incontrare l’Autunno
il suo muso a colori
impazzito di caduca
gioia
nell’ antro scucito
d’altro vestito

Un piano
racconta
di un vecchio mulino
la ruota
intonata al silenzio

/l’apprezzo/

A basse luci
qualche tavolo sparso
dà un brusio che mi viene
adombrato sorseggio
a due sedie
squarcio che odora di mosto

/dammene ancora un bel sorso/

Che io possa filare l’istante
leggere l’avvenire alle foglie
nel nome degli alberi

e d’ogni altra radice pulsante

esserne parte

@ ore 7,00

Il fuoco di un cammino

Conto le stagioni e l’Oggi
mi racconto.
Va a sfinire sui monti
allo sguardo che s’arrampica
sulle punte
d’un cigno dalle cime bianche.
Una farfalla respira
l’estate freme
la sento
la tengo dentro il mio dentro.
Non se ne vuole andare

Ed è prova di banco
questo corpo indossato,
la legna a tratto fine
d’una penna che mi scrive e scrive
da voli presa
e m i g r a n t i.
Un giorno fu primavera
ma l’autunno
a freddo profuma
di un calore che spala
ricordi

Piange la sete nel cuore della gola
s’alleva la fame in un recinto sbiadito
all’inverno volto

… e Tu ed Io …

insieme con la mente
davanti al fuoco di un cammino

@ ore 7,29

Era a Castelletto …

… la strada per il Paradiso.
In altri tempi
lo stesso luogo

e il suo ascensore
tenue volava su liscia seta la sera

dopo la guerra
dentro le pareti della terra
dopo ogni altra guerra
sulla tua strada
ad aiutarti
stendendo la città
dei miei puntini
e al cielo avvicinarti
oltre le preghiere
a un nido senza siepi
fra nuvole e vele
nuotanti

lì dove i tuoi morti sono vivi
e tua madre è ad aspettarti

@ ore 7,11

Leggerò Tagore …

… all’alba

Volta alla mia notte
mi perderò nella via lattea
nei tanti nidi accesi
tra melodie di boschi
ispirandomi alle sue parole

Ma non posso!
Non posso
librarmi nella pace
essere carezze
in osmosi al creato

Io
tremo per il freddo
e vorrei tremare d’amore
quello in cui lui credeva

Fosse anche un piccolo prestito

in questo breve Ora.

@ 20 settembre 2020

Impressioni di settembre …

… in processione vanno
assieme agli alberi
a pennello di sguardo

Scalano montagne
verso il cielo.
Altre rimangono
momentanee alla veglia,
sentinelle in villaggi
di pietra

/la cima
è di un b i a n c o gelato/

Una nuvola pende
sospesa
ha il volto stanco
reciso da stelo

Macera e secca
l’acqua dello sterno
dall’estate all’inverno

@ ore 7,00

Poi tornarmi

Al termine di questo viaggio
vorrei mi accaparrasse il sogno.
Ogni timore fuggito
così ogni ricordo

Essere nel mondo
riconoscermi foglia
ape non estinta
generoso miele.
Nel guizzo di un raggio
appena trapelato
scoprirmi gorgheggiante
fonte fino al mare …
… e da lui posseduta
esalare in cielo
tra stelle e clorofilla
illuminata

<Poi tornarmi>

a luce china
nell’aria raccolta d’una grotta
immaginata prateria

Io

Antica Pellerossa

@ 16 settembre ore 7,30

… dispiegandomi …

Chiudo il mio volto
nella mestizia
le imposte
sulla gente

è sera che imbocca la notte

il sorriso s’accende d’una stella
valle del sogno la coperta

e l’universo mi spendo
dietro gli occhi assopiti

dispiegandomi

@ ore 7,00

Equinozio d’autunno

A volte vorrei perderti
solo per ritrovarti.
Tra le maglie di un’onda scampata
e nuvole di penne in cerca di casa
divenirmi vermiglia, pronta al rinnovo
d’odoroso bosco primizia
che ancora sa d’estate

… perché così Io sono
a baciare i tuoi baci …

e il Luì forestiero* appare
venuto dalle nevi
e la poiana miagola le sue ali in cielo

Caldi gli aceri mentali
dai colori ramati
sui tronchi si espandono
fra le nebbie s’infilano
gli spogli rami vestiti di carezze

E Tu
equinozio d’autunno
ti denudi e ricresci

@ ore 7,19

*
il Luì forestiero è una delle specie più difficili da avvistare nel nostro Paese in autunno.
Durante la migrazione si sposta dai lontani monti Urali e dalla fredda Siberia
e, anche se solitamente sverna in Asia, può arrivare a toccare l’Italia (Web).

Treno di pioggia

Veloce se ne va un treno di pioggia,
scintille sprizza da sfilacciati poli

Non attraversate mai i binari
-si scrive e dice-
lontani state dalla linea gialla

Può far pensare a un raggio di sole
anche se con l’acqua corre
e lacrime fa vetri su tubolosi ferri

Paesaggi passa, mistiche insegne,
arroccate case in cima a monti
pianure di lenzuola
ogni pietra a pesare la sua storia …

… e storie piene e vuote
d’ogni sagoma che prende e porta
nelle sue stazioni
fermo che partendo arriva

col sorriso triste
d’una strana giostra

@ Agosto 2020

Prima del miglio verde

Parole fedeli al silenzio
su tela d’aria dipingo
finché il sipario ha ruolo
nell’ardere vivo.
Dell’incombenza non dico.
Puoi immaginarla
ché pesa il sasso incinto
in questo settembre dalla luna
smagrita
sgusciata a un‘estate
ostinata

La Memoria è sveglia sul cuscino
e pagine gira nude dal crimine.
Sa del suo germoglio fragile
di come infiori sotto un Sole
affiliato alla sete.
E passa il pennello
su forme e colori, scivoli e veli
protetti anfratti
senza più in ostaggio gli occhi
senza camici bianchi
né vicoli compresi dai passi

Via da scampoli di tenerezze
per cavarti l’ammissione da un dente
su una terrazza chiara di tenebre
fra coste accese e baciate

prima del miglio verde

@ ore 9,00