Categoria: poesia

Quando i miei passi

Dimmi mondo che mi scorri davanti
tanti occhi luccicanti
del mio respirarti nel mentre
brunito t’alzi
e va al dominio del giorno
la meta del volgo
giovane all’apparenza e nel pensiero …

… se bastano
piccole cose a dire
di esistere,
alla mente e al cuore
il loro spesso divergere,
annusare aceto allo scibile …
… e se bastano
attorno a un tavolo sedie,
la buona bocca, i buchi alla memoria,
l’aiuto dei venti ai naviganti,
i sorrisi d’illusorie maglie
a entrare e a uscire da rattoppi e bilanci
amici, sconosciuti, amorfi volti

Quando i miei passi nella Tua casa
sono gli unici a tacere,
e i nostri sguardi votati alla serrata

a non esistere

@ ore 7,00

Oggi è la festa dell’Immacolata …

… e in questo giorno speciale
vi vorrei veder passeggiare
su uniti viali d’Amore
a respiro risorto

Padre:

Tu a declamarle
l’esserti festa la sola sua presenza,
in grazia di Madonna
e in ogni oltre

Madre:

Tu lì ad ascoltarlo
col sorriso di rosa splendente,
e sbocciata
sua donna e sua sposa

Chiave di violino

Voglio portarmi avanti

Su balaustre sussidiarie
spargere
dipinto d’occhi.
Rimmel
insinuare
tra cime e frasche,
Paradiso di sapienti
mondi
quanto basta
ad armadi e coste.
Lambire e sfogliare
dentro e fuori
chiave di violino
autoctona

L’intreccio che ci appartiene
e in ruscelli lascio andare,
voli di parole
affinché il mare li rimbocchi

e al cielo …
… al Cielo
la speranza di Me stessa

assieme a Noi

@ ore 6,30

Avremo freddo un giorno

Ci incamminiamo
assieme
compagni dei miei sentimenti,
in voi mi specchio e riconosco
vischio comune.
Ricordo ciò che ero,
ciò che sono
e non pensavo d’essere.
A Riccardo, Francesco, Antonello,
e ad altri menestrelli
e alle loro canzoni
dico.

Strano quel bianco che ora ci nevica
i solchi e le vesti
nelle quante strade percorse assieme.
A voi
volti famosi e mai incontrati
pelle a pelle.
E dico
ad amici e amiche a un soffio di mani
di quelle ere.

Avremo freddo un giorno
sotto il marmo di un credo sperso
noi non ancora spersi
e così sfoltiti.
Un freddo che non sentiremo ma che
immaginiamo adesso
appoggiati a un camino

ormai con troppa cenere.

La voglia di una foglia

Ho lacci
invisibili e stretti
che non possono muovere tronchi
né rami d’abbracci

Illude un poco di vento
la pioggia che piange
il fiato sul collo scoperto

elucubrazioni
mi sfiancano
i fianchi di burro

Fra poco sarà inverno
e dire Vorrei
è solo un verbo …

… la voglia di una foglia
in autunno

Appesa a una stella di tenebre

All’angolo del giorno
quando inizia il tacere
e convoglia alla stazione
la mia sera …
aspetta il sonno
l’acquolina della notte
in piume nere

Tra valzer viennesi
e dirupi scoscesi
vago e danzo
mi vesto e mi spoglio
pelle e merletti
appesa a una stella di tenebre.
Coi ricordi
ci riconosciamo
compatti
sfrangiati
scagliando l’impossibile
smesso dai tetti

Lì – il sangue è latte rosso
ogni emozione lecita
e Io – distillata metafisica –
muoio e risorgo le volte che voglio

@ ore 7,00

Non c’è sussurro che non abbia un urlo dietro

M’ispiro a volte
quando il sangue è buono
pieno d’irruenza tersa

m’aggrappo allo scibile di idee nuove
se nuovo
è libero a dirsi
dell’ontico dorso della mente
a nude scapole
del primo vagito sulla luna
d’ogni orbita spersa nella stessa parete

e muovo
e nuoto
e volo
bevo dalla Parola il senso
che per risorgermi
m’uccide
con i piedi sulla terra

il mestolo è lo stuolo
che sublima l’Universo

l’Inconoscibile

sapendo che non c’è sussurro
che non abbia un urlo dietro

@ ore 7,29

Di sole e di glicini

Non asciugarmi le parole
che ti compongo,
colorale invece della Tua voce —
le nostre lingue in un nido d’incontri
a coordinate lussuriose

E sia la nudità a vestirci
arco di un arcobaleno che nel ventre scocca
illuminata gioia

Io amo il mio pescatore
le perle voluttuose a unirci
fra foreste di carezze che l’inverno non decresce
anzi fiorisce

e complice s’adopra e ci attorciglia
dentro una capanna di sole e di glicini

@ ore 8,45

Il dubbio

Non posso esimermi dal dubbio,
dal dubbio che si moltiplica
in riflessi
obnubilanti

e sulla soglia del destino
filo il mio silenzio
cercando tra le maglie
almeno un’evidenza

incastonata

@ ore 9,00

Vaghe certezze sul mare

È virgola nel palmo

Gocciola
e rimanda a piccoli diamanti
in segno di collana,
a ultra violetti sguardi
a fiaccole marinare

Lumeggiano pensieri

Io mi volto verso l’acqua:
troneggia un dinosauro,
ha lungo tronco e collo alto.
Su buio litorale a guardia
pennella luce bianca

inquadra una piccola barca

vaghe certezze sul mare

@ ore 7,45