Categoria: poesia

Galassia°

Non so perché
mi necessiti

necessiti al mio
Me

È un lago d’estasi
d’azzurre carezze
che appare
quando avvieni

e in colori ardenti
nella mia galassia

C u p i d o

espandi da ogni parte di Te

°
Sezione Foto: Galassia

Una lacrima …

… a sera ha abito chiaro
microcosmo di perla lucente
lenta lei scende
per caso sfuggita da nubi
e pensieri

Ricordi?

Voleva voltarsi lo sguardo,
in altro sentiero
tuffarsi nel seno di un’ombra.
Ma in dolce tempesta il Tuo dito
l’ha colta


e l’ha presa con sé

Le uve dei secoli

Ti ascolto
suono che taci
la luce sull’erba in un concerto di giare

friniscono i campi promesse di grano e di tenebre

Celeste l’incanto
promuove
speranza sperata
del giorno

le uve dei secoli

A ricordarti

Stanno le viuzze dei paesi
i m m o b i l i
a custodire soliti segreti

Quanti occhi vi hanno passato il passo
ognuno credendosi
destro braccio del cielo
per raccontarsi almeno
il sogno d’essere immortali
anche quando stanchi
a n n o i a t i
fuori da impegnate correnti

/e Io lì mi penso/

Adoro
quel procedere
scandito da campane
che profanano il silenzio,
i tetti delle piccole case,
i ciuffi degli uccelli dati per dispersi,
le ombre che di Noi si stampano
al posto dei baci

E il tedio sarà
sgrossato ramo
in appoggio alla mano

se mai …

in.tanto …

che la giovinezza non dà tregua da ogni lato
del corpo e della faccia

a ricordarti

La stessa Aria

In un canto di cicale Io vi sento

Fa caldo
tanto caldo
e un po’ di brezza cerco
fra il sole intenso dell’estate
e il mare che mi guarda
in lontananza

/la stessa aria
è ciò che voglio/

dove l’acqua scorre
dall’eco di un ruscello
in solitaria estasi
fuori dalla mia finestra

e alla stessa fonte
due bocche si dissetano

Feminam

Scrivo
e mi scordo.
Ero Io ciò che leggo?

Dormono,
le palpebre dormono.
Forse sognano
o pensano,
intanto che dentro tutto muovono …
l’acque dei gorghi
i campi di grano
i finiti fiori e quelli nuovi

E Tu cielo che mi porti
alla tempesta dei mondi
ti sento e amo
fuori dalla tranquillità dei seni
femmina che piove calore
e al temporale è devota
agli abbagli che rimbombano
oscure paure
lascive e sfacciate voglie oltre il tempo delle foglie

Mentre il bianco bacio della neve
mi percorse nera stella di notte
e più esiste finché credo d’esistere

anche in un respiro che torna

Sensual Dream

Si andava questa notte
in Via del Sogno

Vellutavano passi arpa sonora
i Tuoi
i Miei
sampietrini e mattonirossi

Cantava la voce

/sforando la periferia veloce nel buio a luci mosse/

mescolanza d’occasioni,
il bacio passionale di quel ponte
nel segno che comanda sul vestito a fiori
se telefonando in note

E la mano oltrepassò la rotula,
umide le dita dentro la stazione
e dolci …
carezze sfogliarono profonde

poi si portarono alla bocca

Un bacio fra i capelli°

Tu
che più non sei nel Giorno,
e per Me
mai stata il tema
che si scrive in classe
solo il dì
di festa

intenso ricordo mi rimani
ma non basti.
Inutile cercare
e credere di ritrovarti
ovunque posi il bello
l’intenso
l’ancestrale
l’aria

la conta della rosea fiaba

Ti voglio
un bacio fra i capelli,
quella parola
a una caduta dirmi …
… tranquilla, non è niente

La rosa è dolorosa ora
che la porto al marmo
a un sorriso incorniciato

No
questo nuovo dirti non mi basta
e come Ieri ti vorrei ,,,

… ancora e ancora

°
A mia Mamma

A Bisagno°

Ciao Aldo,
dopo tanto cercarti
sei riapparso:
s t r a n o
come le cose importanti
si diano per scontate,
fiori di campo su alveoli e strade …
che proprio non avevo pensato
d’averti cancellato

-proprio tu-

che da guerra mi sei pace,
profumata onestà.
Con quel cielo
un po’ imbronciato
cui ti affacci
e dolce si fa
fra le braccia del mio sguardo
senza mentirmi.
Giovane
pensiero grande
assiso
solitario
su di un Tempo ormai scevro
da clessidra e sabbia

Forse sapevi
di quel guado accidentato

-se non dove e quando-

che non saresti mai invecchiato

°
Aldo Gastaldi 1° Partigiano d’Italia

Intanto che il melograno canta

Volge il volto, prima o poi, a bilanci.
Non volevo
ogni giorno saltavo nell’altro
da anni

Era presto/era tardi
ero Io
tra dimensioni pilastri
a reggere
spartiacque di mani
la forza nei capelli
lo spazio in un ventaglio

[
mentre mi si
emulava ed emula
perfino …
t r e m o,
e lo si espande e stende
in ferite al sole
q u e l l e
nel rosso cupo di un tramonto
che per prima stesi
]

Ma irrilevante è la ceralacca
sui cammini,
ognuno
legato a uguale destino.
Tutti si accendono e si spengono
in un piccolo fuoco di vento
anche se l’apparenza
è immensa

Intanto che il melograno canta
e la tristezza ha gli occhi nell’acqua
ogni passo annullando

di prima e di sempre