Categoria: poesia

Duello col sole

Algida polena attracca un gelato alle labbra.
Gracchia l’insegna metallica all’afa
puntella silenzi nell’ora gravida
per l’aria che vibra sfocata e sospesa
fosse in autostrada o nel deserto

Manifesti penzolanti stanno impiccati
ai quattro venti, sfioranti
le quattro strade di un’isola calda.
Il posto s’è strappato al cinema dei preti
ai bimbi brulicanti d’altre epoche

/è un duello col sole
l’attesa /

il tutto che tace eppure dice
a chi vagando tra quelle vie
si ripassa le carte in capitata estasi
e la sua ombra aggiunge sopra i muri
del paese
fra i viali d’arance selvagge
sui pendii sonnolenti
su campane dal russare lieve

e Io
affacciata a un balcone acceso
da qui a vincere rotaie

s o l a
t e n e r a m e n t e

a presagire la solennità del mare

Delle cose e dei segni°

Di fragilità forte
t’impregni …

… e così
t’imprimi
nel mio sguardo
caduco
nell’umore del colore
fino al bianco e nero.
Chi sei tu ora
se non una foglia
o eri seppur qualcosa
a presenziare
l’aria
a sfaccettare gli accenti …

… delle cose
e dei segni

°
vedere sezione immagini
foglia a Colori e in Bianco e Nero

Passi

Andarono i passi sulla neve,
blandi tonfi sprofondanti
uno diagonale all’altro.
Bianco nel bianco
l’Orme
lasciarono la loro storia
al breve prestito

Potesse la notte
non consegnarle al giorno
e semmai
con le sue ali nere
condurle
sulla cima del più alto
dei monti

fra ghiacciai di silenzi
che tutto conservano
a un fiato dal cielo,
ma sotto un sole più morbido
attaccate alla terra …

… e su uno spazio un po’ più oltre del Tempo

Appartenenza

Apro
ed entro
dentro quelle note che solo Noi sappiamo

Il treno vola e i pensieri
l’acchiappano.
Tornano
più veloci dell’attimo
dove siamo sempre restati

/ Appartenenza /

mi sussurra
una lacrima scivolata
di soppiatto
da un canale stretto invano.
Poi se ne va su Roma capitale
senza che nessuno
veda o sappia
come s’uccide il pane
e si decapita l’acqua


pure se la fame arde
e la sete scuoia le corde vocali

Nel Profondo

… tanto
i giorni sono foglie
di pasta che si sfoglia

dillo
a quel momento nel parlarmi
solo
al fianco tuo l’Insieme
a scorrerci
rossi papaveri
dondolanti polline
verdi colline
nell’aria mossa

e la Tua mano
sulla mia
senziente rotula

a pennellarmi

andando nel Profondo …

Dalle stanze grandi

Non dimentico
e volto all’estate vaga lo sguardo sull’erba che infoltisce
ed ogni volta è dato nato fatto
di ieri che all’oggi porta dubitando

Volano gli uccelli liberando il canto e l’ali vispe
nuotano alto
in parallelo alle squami basse
tutto è così sveglio e illuminante
anche se il torpore cresce
e lo sbadiglio avanza
dolce
ineluttabile
fra corolle e vento caldo
da terra e mare
facendosi cullare

/e a questo è da pensare
al momento nelle mani/

non alla veste dei castagni
che per primi spoglieranno
per la bacchiatura ingrata
e il destino unanime
né alle foglie accartocciate
o alle accartocciate
scheletriche anime

che forse ancora pregano portandosi dietro l’eco
e all’altre lasciano la speranza dalle stanze grandi

Dentro di Me

La pelle

d i s o r d i n a m i

siano le Tue mani
disciolto miele

f o r t i

a scorrermi
la voglia
di prendermi
con il cuore e con la mente

l’ archetto unito sarà alla sua viola,
le dita
a farmi
ogni tasto una bocca
assetata di Te

che io possa sentirle
ancora e ancora

… e di più …

tutto sentirti dentro di Me

Dolci karakiri

Le labbra di giugno
sbocciano a maturare l’estate,
hanno la primavera
a un soffio dai fianchi

s a n n o

del calore delle valli
dei succosi frutti
che bagnano fino le mani.
Spogliati dai molti venti
i colli si rilassano
nell’intenso profumo dei campi
fluttuanti da gravità sommerse
fra il crine maculato
delle spighe
ne annusano il sapore

e la vita si conferma
e più sovente
ci si accorge dei pini marittimi
della loro falda ampia
s o f i s t i c a t a
che sulle acque del sale
s’affaccia
e sull’Amore

a picco
girasoli luccicanti
si fanno di dolci karakiri

Leone

La maestosità
del tuo contegno sulla roccia,
lo sguardo fiero e lontano
che invece m’osserva

/Io colgo/

Dal sangue vieni e dalle prede,
dalla gazzella
veloce
e dalle iene

Eppure
sei purezza
/che colgo/
senza alcun ritegno.
Non tu hai scelto
la tua essenza,
il compito
che il cielo diede alla terra …

… la vita vampira all’esigenza
di essere

e altro dal libero arbitrio

Pensiero

Scendimi a valle
Pensiero
lì sei troppo in alto

ho voglia del tuo piovere
solare
dentro la mia luna piena

a s c o l t o

pescatori di perle
l’aria di Bizet
accoccolata nel mistero

del mio colle mai spento