Categoria: poesia

Ramo d’oro

Tratteggialo
quel ramo d’oro
che lo spazio scorre
e intarsia –
volalo e navigalo
sia anche col pensiero
freddo
matematico

E gli argonauti
avranno
vero vello
vera acqua astrale

a comporre
sinfonia d’immenso
rivelata
fra le nostre galassie …

… e buchi neri
che tanta luce ingoiarono
nel moto di un Tempo
senza gravità d’intenti

Àncora che ancora
ti parla
alla destra del c a n e

pure se l’esistenza è andata

© ore 7,54

Uva Piena

Tacita urgenza

non più cercarti
incline al desiderio
imploso in una rosa

Dell’Amore innamorata
e di Me stessa
in linea retta ti disegno

moltiplicando

la somma che ci resta
l’eccitato bene e male

Ed è fragranza
a rimanere appesa

gocciolando

senza finire
il dubbio della presa
troppo eterno

il concetto della lingua
che calda con la tua veniva …

… per tutti gli acini d’uva piena
succhiati alle mie dita

a m a n t i

© ore 7,59

Prisma

Incidere
con bisturi di parole
l’inutile
convergenza
d’astratti poligoni

L’area è buona
su paralleli mondi
e il volume suona
parentesi e potenze

… su balconi …

s’affacciano frazioni
e in prisma di luce cosmica
trasformano
logaritmica passione

Ecco –

Noi siamo lì

© ore 7,43

Naufraghi

Non si è mai in ritardo
quando non si è che aria in rada,
sfumature graduate

– dando una pettinata all’ansia –

e ritrovare
l’attesa d’aspettarci al largo
della strada
un letto a due fianchi
solo da attraversare

e te e me

ancora vivi di maiuscola ciniglia
zebre solcate su catrame

fino al punto dove tutto ci ferma

N a u f r a g h i

in un abbraccio che trema

© ore 18,19

Mentre mi accoglie il mare

Quando me ne andrò
come va il fiume …


… non guarderò a mani o cose
che prendono e tolgono

Fisserò
l’ultimo pensiero che mi pulsa
nello scrigno …


… alla liberazione
da ingiustizie e orrori

E si spoglierà ogni mio passo
– voglia o non voglia –
d’ogni sospiro che respirò
affanni inutili
tra tanti stracci e poca stoffa fine

Forse


ancora mi bagnerò di pianto
ma non dimenticherò
di sbocciarmi un sorriso …

… mentre mi accoglie il mare

© ore 8,20

Le porte sono bocche …

Controllerai le gomme
e macinerai
caffè d’autostrade –

liscio olio grigio in mezzo a coste puttane

Il cielo sarà basso colmo di nuvole magre
pronte ad ingrossare
filiera di ricordi atemporali

a gocce
a sprazzi
a nubifragi seriali

li sceglierai e non li sceglierai

tra le nostre rotule sfiorate
prima di copulare il freno canterino
nel nido della festa serale

al villaggio

dove le porte sono bocche
e le finestre sono occhi …

… che chiudono le labbra

© ore 7,31

Poetico soffrire

Non so se
sia più importante sentirti o vederti –

il Sentire però
ha frecce da scoccare
a prenderci,
misterioso senso
che gioca a nascondino
tracce d’orme
a sguardi estranei precluse

e converge
suadente pendolino
a dirci dove l’acqua si beve
dalla neve nuda,
nei vicoli del cielo
ventre a ventre venuta
in voli che non fuggono
l’impegno di fiorire
insieme

Eppure io adoro
questo Poetico soffrire
e come intrighi – Passiflora
da remoto presente
spalmata sulla pelle più segreta …

… ora che sul volto della schiena
l’hai riconosciuta

© ore 6,59

Letto di vetro

Vanno
le solite cose escludendo sottrazioni

Stanno
con doppio tono
e tu le odi e vuoi tra verbo e sentimento
nel piatto condito di noia buona

Non passa
aria alla finestra aperta a cortili vuoti,
sul lampione a guardia
d’una panchina malinconica
freddata dal sole

Ma oggi … proprio oggi … battente la notte
apprezzo anche i piccoli anonimi fiori –

nella tasca in sottofondo
alla mia stoffa
sentirmi vessillo ancora, intarsiare
ventagliate pose che sguardi
catturavano d’ammirazione
garrendo vittoria

… su letto di vetro …

con te mio rosso incancellato pomo
che mi sei come fossi allora,
riconoscendo in quelle foto a schiera
vivo sogno vivere tra siepe ed infinito

tutto il non fatto e il non detto

© ore 7,59

Un Soffio

Almeno un Soffio di luce sia rosso
in quest’alba notturna

Lo stesso
che mi appartenne un giorno
l’attimo pellegrino su bruno cammino
quando l’ultimo sbocco del Libro
pareva chiuso

e lui volò
recitando il corso
del falco coraggioso

Ho acceso un giglio – dunque
alla mia rosa
affinché senza far rumore
divenga c’era puro
e nel sangue che mi resta
e in ogni superstite goccia
fedele alla radura
sia essenza di consapevolezza

libera da visionarie memorie
da incorniciata veste
che mi fu vetrina d’unico dono

Ma lo voglio inciso – quel Soffio
di luce rossa sul mio braccio informe …

… indenne a dormire il mio sonno

© ore 8,23

Senso

C’è tatto tra pollice e indice,
un che di consistenza
che li arricchisce ed accarezza

indica e li anella dai vicini
quasi gemelli

A volte si baciano scivolandosi la pelle
e ritornando su sé stessi …

… assaporano il senso che li sveste

© ore 8,47