Categoria: poesia

Meta

Divenire una panchina è meta
di chiunque

Varia il tipo di panchina,
l’apparenza e la sostanza della stessa apparenza

Poi il mare ha uno sguardo unico

s e m p r e

del cielo resta specchio

Sole di Neve

? Vuoi mettere la bellezza
di una rosa d’inverno,
quel fascino che buca il gelo
di petalo in petalo
spruzzato da gocce diamantine?

Prima che il capo chini
nessuno ne tocchi le silenti spine,
sarà il Dopo
fra cielo e carne
a farle tangibili

Ne contempli invece
ora
ancora
lo sguardo avvezzo alla sapienza
fluttuanti ricordi
timidi pistilli non uditi
sfiorandole un cenno di pelle
almeno in un’idea

per capire
quanto una corolla può amare

anche un sole di neve

L’ultimo bacio

Un chiarore tratteneva
quell’incendio di tramonto andato
e Noi
si camminava con la guida bassa.
E la salita
che la si sapeva alta
quando il collo s’alzava
radunava a fiotti il fiato

/ la notte era entrata /

Aveva uno splendore strano
brillava pianto la mia gola murata
il sapere di un domani abbottonato
delle albe separate
del sipario strappato
e il mento si lasciava portare
non mancando d’indicare
dove potesse osare il passo
fra estranei occhi di auto

Cercai qualche seme nelle tasche
ma veloce apparve il Nostro semaforo
e tutto il dolce andò a un piccolo cucchiaio

a lui lasciai l’ultimo bacio

L’Ora Nuda

L’ombra s’allungava
dal pioppeto alla Casa

Era l’ora nuda
a radunarsi il giorno,
quel che ne restava.

Gli arti in simultanea
preghiera stanca
al cielo si tendevano
a quella luna bianca
appena appariscente
alla rete stellata
fluttuante transumanze

… e Io …

fra terra e aria
a smantellare dossi
ad arare campi

col semplice sentore delle mani

Gocce

Magari
non proprio quel meraviglioso paesaggio

Ma sentirti
il piacere inondare
quel
non so … che … so
a ogni sponda

o l t r e

l’inconsistenza del sogno
e la sua folle ragione

o l t r e

porti d’inchiostro
pagine e guanciali
queste righe
guardarti
toccarti
annusarti
il sudore e la sete
ogni anfratto
d’assaggio

e delle Nostre
gocce

v e r e
p u r e
s p a r s e

pioggia farne
inebriante
che ci viene
di nudità immensi

… ritrovarle …

fra spiagge e mari unica vena
fiume in piena a s g u i n z a g l i a r c i

Cuscino Balocco

Voglio andarmene a dormire
su metafisica amaca

accucciolarmi tenera
al mio cuscino balocco
nella trapunta di un rimbocco

assieme a tutto il mio Mondo
di fuoco e neve

La Sera

Quando giunge la sera
è come se partissi.
Raccolgo ciò che sono
ansia freddo
solitudine astrale

Reco al mio binario
un lampione di sguardo
e intanto sfoglio e leggo
a lume di candela
un poco più lontano
appartandomi
dove le ombre mangiano
pezzi del mio pane
pagine come vengono
dallo stesso campo

Di viaggio in viaggio
mutanti eppure eguali
mi inseguono
mi prendono
sempre più affollate

Non vogliono dimenticarsi
fuori dal mio bagaglio

e domani non ritrovarsi

Cashmere

Guardo i riflessi
del cielo sparso sui colli,
è un abbraccio di cashmere
che li raccoglie …

… così come tu facevi
con i miei omeri
cantandomi odissee
d’Amore

Primo Pianto

Affioro
chiara lieve
uovo magico
a filo d’acqua

Fondale di pesci
cielo d’uccelli

/ sotto e su /

sughero a velo

L’aria lattea quieta,
dormiveglia è verbo
in nido di canto
silenzio perfetto

sorgo
rinasco
Via che approda
bambina

al primo pianto

Il Seme e il Fiore

Rompere il buio

di ciò che il respiro toglie

s p o g l i a r l o

un’anfora a soccorrerci
con la sua Anima fresca

al guado

Pulsa una lampada
fra due labbra di mani

e sono carezze reali
schiuse dai sogni
che sapore e odore non dimenticano

presto torneranno

lo so
lo sai

le Nostre voci ci parlano

il Seme e il Fiore