Categoria: poesia

Trasparenze

L a s c i a r m i
andare schivando ogni scoglio che imperversa …

… dolcemente scivolare
fra amarene rosa
bilanciando trame strane,
l’ordito nella testa
intrecciato ai nostri cuori
profumati
d’intense trasparenze

Colonne oltrepassare di ieratico Ercole
mari e monti
fisiche resistenze …

… abbandonare questo corpo
e riprendermi il mio d’un Tempo
per donarti quel che ero

e quel che sono dentro

Doppia Danza

Si lavavano
a cenere e acqua zuppante
di montagna alle campagne,
a forti gomiti e mani arrossate.
Raccontavano le solite cose
storie tramandate
tra grossi sassi
intanto che l’eco gorgogliava
in canto

Passarono poi alla presa
di pozzi e lavatoi
fino al cuore delle case ataviche
e sempre si lavavano tenaci

… le lenzuola …

lento progredendo il Tempo,
un mare di bandiere bianche
un po’ qui un po’ là.
Insieme
sparpagliate
su cortili di prati e terrazzi
ai seni dei balconi
sotto occhi di finestre
a salutare transatlantici

Tutte sventolavano nell’aria
libere attaccate alle mollette.
Amavano d’essere Raccolta,
a fatica evaporata ripiegate

… in doppia danza …

Flusso

Un dito in plenilunio
inginocchiati gli altri
a monito
a benedire
a redarguire

dalla spiaggia del mai
dalle colline del non sempre

con il quando madido
filo di selciato
appeso

e un cielo contundente

Organza

R e g a l i

corolle incoronate
su acque visionarie
fra verdi plateaux
se ne stanno

n i n f e e

le traduce un velo bianco
l’o r g a n z a
liquida del prato

Forse una lacrima troppo grande
che cerca solo pace
sotto un tetto di panna
in silenzio a piovere
neve ricamata

Epidermide

Ha luce speciale,

profuma

nella testa e nel cuore

d’una fragranza

magica                                                                                                      

u n i c a

particolare

epidermide

di Noi

/l’essenza di ciò che siamo/

E  Io sto lì,

appesa a un cielo,

dentro la Tua porta

accolta.

I Tuoi colori

splendo

palpito

quando mi guardi e scendo

a germogliare passi

assieme a Te

Lacuali

Pascola la notte
su buie colline

Mistero d’intorno
cupo fluire

Chiusi in un sacco
premono
perenni momenti:
un ladro li ha arraffati
sulla spalla se li porta

nella pancia d’una pietra
è il covo

Assolvermi almeno un poco
per assolverti e tornare mondi
a nutrirci d’accordi

a scivolare melodie
sui Nostri corpi

l a c u a l i

Tra una riga e l’altra

Esisterà

mai un’alba scura

sortita da una notte chiara?

Chiesi al giorno grigio

affacciato sul promontorio dell’aquila

mentre un falco girava in tondo

mirando a un piccolo tordo

E dov’ero in quel momento

che non mi vedevo e parlavo

nel primo dell’ anno appena nato?

Se non sospesa tra una riga e l’altra a decifrare

pergamene  astrali per estrarre parole che contano

fino a dieci

a moltiplicarle come pani e pesci

nel miracolo dell’uva  che venne dall’acqua

e sull’acqua camminai anch’io

volendo credere

Cin Cin

Aspettare
che sgoccioli l’ultima goccia
ricordando le navi muggire
troppo lontane da qui.
Sussultare
al rimbombo dei tuoni di terra
guardando i palazzi palpitare vestiti a festa
nella notte ormai troppo profonda
per mentire alle stelle

E accettare
questo mio sentire
meravigliosamente malinconico,
l’ assurda ricorrenza
che gli anni uccide
per farne nascere altri che andranno
a morire

Tra poco
chiamerò a raccolta il bicchiere
più cristallino,
lo riempirò a dovere,
brinderò a quell’amato sorriso
che d’antico mi vive

… Borgo …

di un possibile domani

L’Estranea

… e il respiro quasi manca
per quanto eri bella.
Conturbanti
gli occhi con dentro l ’universo
d’una favola

Tu che non sapevi
né potevi immaginare
cosa s’appostava oltre la tua pagina.
Eppure la malinconia già l’avevi dentro,
vestiva l’avvisaglia
d’una vita non facile

Ma la gioventù è l’epopea più grande
e sempre vince sulla grandine
anche durando il battito di un tacco

Lo so ora che da estranea
ti guardo
con la forza di una lacrima

Limpide

Nuda

solo per Te


nel vano del mio scrigno solitario
dove l’impossibile è possibile

e lì
io torno nel ritorno

/ a braccia limpide /