TanKa
Iridi in fiore –
a lume di candela
scintilla l’Ora
Conchiglia la tua mano
scopre cose nascoste
© ore 8,50
Iridi in fiore –
a lume di candela
scintilla l’Ora
Conchiglia la tua mano
scopre cose nascoste
© ore 8,50
Muri e lenzuola da dipingere
sognando il bianco … che più bianco non si può
No, non cesserai di colorarmi
bianche lavagne speziando di semina acquea
il colle vivente del mio ventre –
nemmeno incendiandomi appesa lì dove sai
Svenerai invece
quel piccolo gruzzolo compianto
di una sera intoccabile
apicale – su guancia sdraiata
quell’una che sfuggì
e chiamammo lacrima
Ricordi?
La leccasti –
dal dentro del collare
il raggio fu breve ciliegia fra le mani
l’imene di una rosa
troppo preziosa per poterla amare
© ore 8,34
Vederti
ovunque pensiero al mio pensare
E ieri
com’è cambiato –
sapevo e non volevo
su quel viale
confabulando al passo che tornava a estate
le nostre voci
insieme a raccontarci
Seduta su gradini
mi riparava il cielo
… e mi bagnava il mare …
l’assolo di un’ombra solitaria
la voglia di ricominciare
© ore 7,59
Dove volgere lo sguardo – non comprendo
se poi un riflesso ha momenti di luce vacua
a compagine
amata e denigrata
dipende a quale guancia
si volge il guado
e transumanza rimette i suoi peccati
con uno schiaffo
da quanti vetri
che il cielo piove e sparpaglia tra stenti
mitici e vani
se ci sarà il più grande
sulla più piccola guancia
che raccogliere possa
messi
d’ogni passo sprecato …
… allatterei allora il Fato
che mi ha odiata
per farne fiato del mio sangue
© ore 12,14
C’è valle argentea a profumare oro
nell’arco vitale del mio Cielo,
qualche schiuma serena l’adorna
L’ali apre al primo mattino
carezzando iridi profonde,
quel tutto che appare nuovo giorno –
poi s’abbraccia il petto
e distende il dorso
/ fosse volo /
Ha ancora l’ombra del sonno addosso,
e il sogno
a vagarle sorsi di confusa coscienza
/ non fugge, né aspetta /
nell’attimo solo
fresca è l’aria intorno,
sguazzo chiaro in pieno volto
il ricordo del tuo sapore
– ora sa –
delle cose sperse in cose fra nebbia facoltosa
del suo Io preso per i capelli …
… che non occorre credere per Essere
uguali e diversi in una nube rosea
© ore 6,59
Essere
indovinandoti
ogni poro di pelle
dischiuso
all’odore
Ogni istante che sorgi
e mi allarghi il mistero
dell’umido fiore
del cuore i sentieri
che inducono a Noi
© ore 7,43
Tutto è peccato.
Tutto è sbagliato nelle mie braccia
Quante parole spiritate
con l’ultimo dei treni
… in gola a un attimo …
gli Incappucciati vanno
usciti dalle mie pareti
infiamma cenere
/ e l’Arte insegna a volte troppo tardi /
seriosi in cerchio
via dal tuo peccato più grande
via da falò d’intenti
a coda morsa sull’ottovolante
gettando acqua ai sassi
© ore 6,45
Angeli
non altro che angeli
gli alberi
vestiti di neve
grazia muliebre
l’anima celeste
transeunte ed eterna
Trattieni per un attimo il fiato
prima di sfumarlo
poi ancor più caldo
nell’aria bianca dell’inverno
© ore 8,28
Non è grotta il cielo
anche se vi si evapora con tutta l’anima
ed hanno inferi le stelle
comete d’acqua acquattate a labbra
infinitesimali
Calcolami incognite, rubriche, momenti
dentro teiere bollenti e tolleranti
da Limoges a mera ceramica
stracciando stracci di carta che non meritano
nemmeno un cestino di plastica
/ e questo lo abbiamo sempre fatto /
pur appesi a paradisi artici
sorpresi d’esplorare raggelati strali
corpi addormentati nel perenne
sognante
Tesori agglomerati a bianche tenebre
quando il desiderio chiama e scrive
e un attimo prima scendo dal Tuo letto
© ore 8,12
Cosa sono ora Io, o sono sempre stata
Prendi la mia mano (penna)
a dirmi, a rivelarmi
il ceppo della strada (e tutti i suoi giri)
Sono terra, acqua, l’aria che respiro
solo perché penso, guardo, cammino
Chiusa in questa gabbia
che invecchia, stride e gracchia
alla Me estranea e bambina
appena duole il vento …
… quel vento che duole
perché tutto si consuma
senza consenso
Cosa sono ora io, o sono sempre stata …
… ciò che d’un tratto non sarà domani
© ore 13,56