Categoria: poesia

Fòrmìche

Picchiava
come chicchi di riso
sonore credenze

Silenziosa andava sciogliendosi,
colava sui vetri
sul viso
volubile pioggia di marzo,
seguiva l’esempio anche aprile

/piccole gocce di stelle/

Tante ne succedevano.
Fioriti zampilli pistilli,
novelle innocenti margherite

/lingue a svelare l’amore/

I banchi chiamavano il legno
l’inchiostro sul primo quaderno
le fòrmìche dormivano

/piovendo parole/

Amo e Rete

Carezzare non vorrei
il Pensiero
che accavallai su quel muretto …
… quando la sete troppo forte
mi viene
e manca invece la Tua fonte

/l’ora
era calda
ed io di più/

Credimi

Pulsa sottotetto
ancora
e nulla più posso.
Incollato stai alla mia voglia
in un soffio di brividi ai lobi
poi ti sciogli e mi stendi
nelle anse, nel sole delle notti


amo e rete

Mistico orgasmo
ciò che sono e sento

realtà e sogno

Tu sei

Abiti ?

È tuffo nella coltre del sentire
è urgenza
impeto che preme e fonde

Mi cerco e mi ritrovo
varcando
confini col magone acceso,
aprendo
l’anta del Tempo

In fila
uno ad uno e insieme
se ne stanno
a raccontarmi ciò che ero

a b i t i

appesi nel mio armadio,
conturbante l’eco
dei feromoni superstiti
nelle trame imbozzolati e negli orditi

Su colli diramati tenaci,
su scapole e maniche a fiorire vive teorie
un futuro tutto da tubare:

l o r o

non sono cambiati

War

bimba
tieni quella collanina
dono di tuo padre che t’abbraccia
e piange

conservala

perché lui deve andare
a uccidere
o a essere ucciso

voglia non ha
di spargere sangue
ma è comandato
da una bandiera
da sordido potere

vedrai


esploderanno le schiene
i lupi sono altro e anche le pecore
non masse che eseguono
né poltiglie di menti

bimba
chissà se tuo padre tornerà
e quel pianto diverrà di gioia

o se ti sarà marchio perenne

Reale

Un dito di luna fra i rami
profonda atmosfera
luce brillava
dagli accampati sguardi

-Dammi le Tue labbra, assaggiami
che nessuno vede e solo un faggio guarda …

… e intonarono i fiati sinfonia fantastica

i n g i n o c c h i a n d o s i

Upside Down

Ed eccoti
chiave del mio ventre
ti sento …
il tuo fiato sento
e lo annuso
e lo ingoio
tutto
e tutto
torna in me

… upside down
and round and round …

ritmo e sound

Fianchi d’odalisca
burro sciolto
pelle a pelle a r m o n i e
seni pieni d’un cinabro mio
ché sale ho in mente
fra l’umidore delle vie

!Ah, se fossi a ieri!
Quanto avrei addosso

s p o g l i a n d o m i

Rosae

Povere rose

le più recise fra i fiori
concreto metafisico
che bellezza
aggiunge al Divino
e il relativo assolutizza
nella forma
nei colori
nel profumo dei petali

Povera rosa


dal giorno breve

non ti sono servite le spine
la scalza rugiada

All’Aquila d’Oro

Scende l’aquila d’oro
alla taverna dell’impossibile.
Il ninnolo in alto introduce la scena:
ali di vento
grazia che splende luce sul becco
prima che ne sbocci il sorriso
la forza che ha dentro

mi siedo – ti siedi

e l’oste ci arriva:
barba mangiata, sguardo liquido
uno straccio posato sulla spalla destra.
Nostre le mani che si cercano
sopra il nudo legno

due porto – un porto

ci alziamo
con le dita strette.

Forse le scale, forse la strada lineare
o un pensiero del Cielo
che ci dona i suoi rami


piume dinamiche fra la paglia tenue

D’argento e fuoco

C’è un lago d’argento con piumoso canto
aria di fresco cristallo
emersa da notti lucenti.
Qualche biscia muove di tanto in tanto
lasciando cerchi nell’acqua

Quasi in girotondo
piccole rocce
se ne stanno
fra un prato di papaveri

a fuoco gli sguardi

rossi. tenui. fluttuanti

Fiato a Fiato

Oggi


ha una strana luce il mattino, e un desiderio
che ancor più forte vibra aggrappato al Cielo


di carezze, voler starti vicino
momento per momento
e cuccia esserti
scaldarti col mio fiato
in questo freddo

che solo non viene dall’inverno