Tanka
Tu sabbia bianca
sei spiaggia del mio passo –
ti tocco e ti amo
Labbra a fiato di bacio
questo sangue è la tua acqua
© ore 7,30
Tu sabbia bianca
sei spiaggia del mio passo –
ti tocco e ti amo
Labbra a fiato di bacio
questo sangue è la tua acqua
© ore 7,30
Si parte per tornare e anche per poterlo rifare –
è un po’ come sfogliarsi
l’odore che lasci l’odore che trovi,
arancio cerebrale maculato
petalo a petalo svolto
da viole malinconiche
E la casba a cui va incontro
lo zaino
ha languide cicale
grilli accesi e zagare epocali
che chiedono altre notti ed altri giorni
su salde spalle
Non stanco lo sperare, pur negando,
che tutto torni a ciò che è stato –
rivedrò mia madre in una borsa e mio padre in una giacca
/ nessun’altra voce vibrare sulla valle /
© ore 7,26
In chiave di violino
ti sognano sere d’agosto –
fulgido pallore della luna
assorta,
ogni stella che ne incorona
le notti
Mute mareggiate tu rispondi
e allegorie fioriscono
rosee scintille,
magica bacchetta
nel segreto di una rosa
Bianco il destriero dell’azzurro principe
cavalca e supera costellazioni
per difenderti dal mondo
con quel che recano bocca e parole
/ ma un bacio non basta a risorgerti /
°
Sezione Immagini
© ore 8,50
… fui presa a rimirare le stelle
d’inverno così gelide in un eterno natale –
il fiato nevicava
quasi la mia anima volesse andarsene
fra i pascoli di un blu nero, via da ogni peccato
C’era silenzio da tagliare, buon raccolto di messi
ogni intemperanza nettata disabitava incongruenze –
nessun dolore m’aspettava e la vita degli altri
non mi serviva per abbellire chiome e versi
Io sospesa tra il nulla e il niente
avevo tutto dentro –
alla mia essenza bastante
l’infinito mi aveva riconosciuta
e nella fredda incandescenza del creato
altro non fui che l’attimo di Me stessa
© ore 8,31
Aprire con la chiave che chiude
chiudere con la chiave che apre –
il senso della muraglia indotta
e tutti gli altri modi di scrivere
lasciando alla voce ferita
un’ala claudicante invisibile
e all’alicanto i tesori di cui si nutre
su suolo immaginario
Quali l’inganno, la mano, i detriti
i quantici giri sul cortile dei passi
scuotendo l’albero della volontà pur vacillante
se non c’è scampo!?!
E tutto scorre sempre più veloce
ed è un rotolare
tra rupi e scorze di limoni
Fendere dunque il lampo
prima che il tuono assordi l’ultimo degli atti,
l’ebano e avorio
estratto con dita melodiose
su ogni ansito che ci promosse
amore senza amore
© ore 6,59
Sul fiume dell’acqua
vele scorrevano candide –
in poppa leggiadro
l’empireo soffiava stellato
Era il sangue a lambire
eccitando risvegli languidi,
quella sera alla porta
anemico magone ingoiato
( Omissis )
Eri tu ed ero Io
immensi lillipuziani,
estremi nell’occaso intrecciati –
d’ambra madidi nel flusso serale
stretti dalle nostre mani
prima del dopo
quella prodiga rosa
( Omissis )
che ti fece piangere:
” Vedi come per te mi commuovo? ”
Così che cime splendide si manifestarono
– per l’aquila e il falco –
al di là del tempo, al di là del passo
© ore 8,34
E ci ascolta invece insonni
/ la notte perpetuata a fogli /
l’unito fiore diviso da paralleli mondi,
quel che la luce non comprende
né diffonde …
… ma che nel fondo il sangue accoglie
d’un gattino maciullato dalla Ruota
sui suoi mattoni rossi
/ ieri come oggi /
stretti gli abbracci nella terra stretta
sapendo che non ritornano.
© ore 7,27
Leali l’ali tue e mie –
tono e sottotono
da bosco e sottobosco
/ in pieno Borgo /
a pelle rifiorita
riassaggiar
l’estate
di more e mirtilli
appena colta la raccolta
sbrodolarci il succo
dappertutto
sbocciando mani
bocche ed altre cose
… suggere a suggerci …
senza spendere domanda alcuna
© ore 7,59
Chiocciola medita
sognando fate verdi
e quieta transumanza –
appesa
tra l’arido terriccio e l’erba incerta
vede perle di collana
sentieri volti all’acqua
e cova la speranza
anche da un treno alla fermata
d’un’immagine
che non sa se lui arrivi o parta
/ quando era ancora ieri /
e l’alba splendida s’alzava con occhi di rugiada
°
Sezione Immagini
© ore 7,26
Nel ruolo tacito di un sentimento
scrivo
e metto da parte
strano frumento
sarà lascito secco
senza scenari né applausi –
mondo da pianto friabile
e per questo più vero
il seme dell’acqua
in nuce raccolto
e solo pensiero rimasto
tra treno e binario
ultima goccia in valigia
che porto con me
© ore 6,40