Autore: Maria Pia

Aforismi sulla vita

Spesso, vivere la vita è timbrare il cartellino con nessuna voglia di lavorare.

Ara la tua vita come fosse il più fertile dei campi … senza guardare come arano gli altri.

Speculare troppo sulla vita … astrae e distrae dalla vita stessa.

Tentazione

Essere

indovinandoti
ogni poro di pelle
dischiuso
all’odore

Ogni istante che sorgi
e mi allarghi il mistero
dell’umido fiore

del cuore i sentieri
che inducono a Noi

© ore 7,43

It’s A Sin

Tutto è peccato.
Tutto è sbagliato nelle mie braccia

Quante parole spiritate
con l’ultimo dei treni

… in gola a un attimo …

gli Incappucciati vanno
usciti dalle mie pareti
infiamma cenere

/ e l’Arte insegna a volte troppo tardi /

seriosi in cerchio
via dal tuo peccato più grande
via da falò d’intenti

a coda morsa sull’ottovolante
gettando acqua ai sassi

© ore 6,45

Vestiti di neve

Angeli
non altro che angeli
gli alberi

vestiti di neve

grazia muliebre
l’anima celeste
transeunte ed eterna

Trattieni per un attimo il fiato
prima di sfumarlo
poi ancor più caldo

nell’aria bianca dell’inverno

© ore 8,28

Dal tuo letto

Non è grotta il cielo
anche se vi si evapora con tutta l’anima

ed hanno inferi le stelle
comete d’acqua acquattate a labbra
infinitesimali

Calcolami incognite, rubriche, momenti
dentro teiere bollenti e tolleranti
da Limoges a mera ceramica
stracciando stracci di carta che non meritano
nemmeno un cestino di plastica

/ e questo lo abbiamo sempre fatto /

pur appesi a paradisi artici
sorpresi d’esplorare raggelati strali
corpi addormentati nel perenne


sognante

Tesori agglomerati a bianche tenebre
quando il desiderio chiama e scrive

e un attimo prima scendo dal Tuo letto

© ore 8,12

Senza consenso

Cosa sono ora Io, o sono sempre stata

Prendi la mia mano (penna)
a dirmi, a rivelarmi

il ceppo della strada (e tutti i suoi giri)

Sono terra, acqua, l’aria che respiro
solo perché penso, guardo, cammino

Chiusa in questa gabbia
che invecchia, stride e gracchia
alla Me estranea e bambina
appena duole il vento …


… quel vento che duole
perché tutto si consuma
senza consenso

Cosa sono ora io, o sono sempre stata …

… ciò che d’un tratto non sarà domani

© ore 13,56

Ramo d’oro

Tratteggialo
quel ramo d’oro
che lo spazio scorre
e intarsia –
volalo e navigalo
sia anche col pensiero
freddo
matematico

E gli argonauti
avranno
vero vello
vera acqua astrale

a comporre
sinfonia d’immenso
rivelata
fra le nostre galassie …

… e buchi neri
che tanta luce ingoiarono
nel moto di un Tempo
senza gravità d’intenti

Àncora che ancora
ti parla
alla destra del c a n e

pure se l’esistenza è andata

© ore 7,54

Uva Piena

Tacita urgenza

non più cercarti
incline al desiderio
imploso in una rosa

Dell’Amore innamorata
e di Me stessa
in linea retta ti disegno

moltiplicando

la somma che ci resta
l’eccitato bene e male

Ed è fragranza
a rimanere appesa

gocciolando

senza finire
il dubbio della presa
troppo eterno

il concetto della lingua
che calda con la tua veniva …

… per tutti gli acini d’uva piena
succhiati alle mie dita

a m a n t i

© ore 7,59

Prisma

Incidere
con bisturi di parole
l’inutile
convergenza
d’astratti poligoni

L’area è buona
su paralleli mondi
e il volume suona
parentesi e potenze

… su balconi …

s’affacciano frazioni
e in prisma di luce cosmica
trasformano
logaritmica passione

Ecco –

Noi siamo lì

© ore 7,43

Naufraghi

Non si è mai in ritardo
quando non si è che aria in rada,
sfumature graduate

– dando una pettinata all’ansia –

e ritrovare
l’attesa d’aspettarci al largo
della strada
un letto a due fianchi
solo da attraversare

e te e me

ancora vivi di maiuscola ciniglia
zebre solcate su catrame

fino al punto dove tutto ci ferma

N a u f r a g h i

in un abbraccio che trema

© ore 18,19