Autore: Maria Pia

L’indisciplina del Verbo

In sera Capinera
fu
dove il Tempo pascola il suo gregge strano
e l’attimo vale mille anni

¿

Che mi dici, che t’ho fatto
cosa è questa piccola goccia sul tuo sagrato

?

La mia lingua l’ha trovata e mai

fu

così dolce il sale

© ore 7,09

Rondine e Nottola

Qui tutto si ferma
alla propulsione delle grotte ed ai graffiti;


stalattiti e stalagmiti
si nutrono dei loro umori

C’è fiato e c’è cuore
nel primordiale stato del lampo e del tuono
e si accendono falò
anche tra stelle sperse e ormai ricordo –

di più
nel mondo ribelle di un sogno
dove non c’è differenza fra rondine e nottola.

© 19 agosto 2024

Tanka

Tu sabbia bianca
sei spiaggia del mio passo –
ti tocco e ti amo

Labbra a fiato di bacio
questo sangue è la tua acqua

© ore 7,30

Semmai

Si parte per tornare e anche per poterlo rifare –

è un po’ come sfogliarsi
l’odore che lasci l’odore che trovi,
arancio cerebrale maculato
petalo a petalo svolto
da viole malinconiche

E la casba a cui va incontro
lo zaino
ha languide cicale
grilli accesi e zagare epocali
che chiedono altre notti ed altri giorni
su salde spalle

Non stanco lo sperare, pur negando,
che tutto torni a ciò che è stato –

rivedrò mia madre in una borsa e mio padre in una giacca


/ nessun’altra voce vibrare sulla valle /

© ore 7,26

Virtual Dream°

In chiave di violino
ti sognano sere d’agosto –

fulgido pallore della luna
assorta,
ogni stella che ne incorona
le notti

Mute mareggiate tu rispondi

e allegorie fioriscono
rosee scintille,
magica bacchetta
nel segreto di una rosa

Bianco il destriero dell’azzurro principe
cavalca e supera costellazioni
per difenderti dal mondo
con quel che recano bocca e parole

/ ma un bacio non basta a risorgerti /

°
Sezione Immagini

© ore 8,50

Anch’io …

… fui presa a rimirare le stelle
d’inverno così gelide in un eterno natale –
il fiato nevicava
quasi la mia anima volesse andarsene
fra i pascoli di un blu nero, via da ogni peccato

C’era silenzio da tagliare, buon raccolto di messi
ogni intemperanza nettata disabitava incongruenze –
nessun dolore m’aspettava e la vita degli altri
non mi serviva per abbellire chiome e versi

Io sospesa tra il nulla e il niente
avevo tutto dentro –
alla mia essenza bastante
l’infinito mi aveva riconosciuta

e nella fredda incandescenza del creato
altro non fui che l’attimo di Me stessa

© ore 8,31

Amore senza Amore

Aprire con la chiave che chiude
chiudere con la chiave che apre –

il senso della muraglia indotta
e tutti gli altri modi di scrivere
lasciando alla voce ferita
un’ala claudicante invisibile
e all’alicanto i tesori di cui si nutre
su suolo immaginario

Quali l’inganno, la mano, i detriti
i quantici giri sul cortile dei passi
scuotendo l’albero della volontà pur vacillante

se non c’è scampo!?!

E tutto scorre sempre più veloce
ed è un rotolare
tra rupi e scorze di limoni

Fendere dunque il lampo
prima che il tuono assordi l’ultimo degli atti,
l’ebano e avorio
estratto con dita melodiose

su ogni ansito che ci promosse
amore senza amore

© ore 6,59

Al di là del tempo, al di là del passo

Sul fiume dell’acqua
vele scorrevano candide –
in poppa leggiadro
l’empireo soffiava stellato

Era il sangue a lambire
eccitando risvegli languidi,
quella sera alla porta
anemico magone ingoiato

( Omissis )

Eri tu ed ero Io

immensi lillipuziani,
estremi nell’occaso intrecciati –
d’ambra madidi nel flusso serale
stretti dalle nostre mani
prima del dopo
quella prodiga rosa

( Omissis )

che ti fece piangere:


Vedi come per te mi commuovo?

Così che cime splendide si manifestarono

– per l’aquila e il falco –

al di là del tempo, al di là del passo

© ore 8,34