Autore: Maria Pia

Al nuovo giorno (anno 2015)

Pensami

in penombra

quando il vai vieni delle luci in strada

ventaglia la calura della stanza

e il mio corpo mollemente adagiato

ha l’odore che chiama.

Lei, da velo traspare

< Ti attende >

Giunge melodia,

suono di dita

allargando s’insinua

nei lembi che sfoglia

e poi spoglia,

per carezzarla profondo.

Amami, fra queste cosce ospitali

< Amami >

Ché fino al midollo

voglio sentirti,

di bianco miele bagnata

di bianco latte nutrita

Labbra alle labbra

col nostro sapore

.

Dolce violenza

voglio e Tu vuoi.

Dirompente a mescere

dentro che muove,

sublime indecenza

ali in tempesta di neve e sole

.

E insieme

oltre ogni marea

sulla nostra spiaggia

ci ritroviamo

<Unico l’abbraccio >

vivi al nuovo giorno

Andante in forma mossa

Dove sei andata estate
che un tempo mi eri indifferente ed ora tanto preziosa?

Mi aggiungo all’autunno ancora,
a questo ottobre che mi corre incontro
e intanto ti rammento

libera
manifestata al sole
carezzare
col tuo mare l’acqua del mio corpo
scevro dai giri del tronco
nell’illusione
che induce tentazioni e strani ricordi

immergermi
nel profumo dei boschi
fra il fresco scialle di conifere e betulle
in mezzo a funghi improvvisi e nuovi
sbucati dopo la pioggia

fuggente a tristi pensieri
lieta di aver liberato prigioni

dal peso di spiccioli suoni

d’elemosine

semmai malinconica e vogliosa
di questa vita che troppo scorre
e disconosce

la giovane tenacia che dentro mi compone

© ore 9,54

Pettirosso

“ Hanno perso il mondo e il mondo non li ha persi ”

e a Ruota … ruota …

guerriero pettirosso con la sciarpetta al collo
temerario il suo pensiero che sfidare sa l’inverno
e le zampette fredde poggia sul ramo bianco
tra gelide perle di rugiada e un campanile
dal suono lontano

Luccica nel libro di una fiaba –
comodo lo sguardo da un camino che scalda

© ore 8,10

Stanotte

Fruttava il mare nel fagotto a rete
credente ad uno spasimo chiaro

La guardò poi vuota che non poteva più donare
al suo vicino fianco.
Tu l’accettasti,
incredulo
pensasti a come e a quando
col muso a manifesti su pareti.
E recitando il pianto
occultavi la tua trave

Così partii, sgattaiolando
tutto il mio sconcerto
senza sapere che eri tu a guidare
il mio volante


e dal retrovisore lo lasciavi senza mani


Sgusciai ben governando
e portai tutto il mio oro in salvo,
intenta alla giornata,
volta ai miei pesci da sfamare

Pur ti intravidi
appena il sole fu a letto


/ d’improvviso /


ad un braccio di finestra
tra vetro e aria

nuda carne con un coltello
tra le costole aperte

E c’era sangue, odore macellato …


… intanto che te ne andavi e io mi sistemavo i capelli

© 25 agosto ore 7,41

La Chiave°

Riposa la chiave –
ha lavorato talmente tanto
che il conto ha perso dei suoi giri!

Tempo è venuto
di coniugarsi al passato


così –


da ferma,
abbandonata

Non sa come l’aspetti il destino

ma sa che la sua porta

/ senza saperlo / è andata

° Vedere Sezione Immagini

© ore 11,51

. ! .

T’amo come d’amore amandoti
t’avrei d’amore amato


D’amaranto l’anima carnale
istante per istante

:

dissoluta, sensuale,
onomatopeica .!.

A schiusa arsa sete, genuflesse
le giugulari passate
sotto una pioggia di sangue
che scroscia senza fiato
fedele ad una sete uguale

/ nel presente crocifisso che non risorge domani /

© ore 7,49

Corda di cocco

Nella notte inchiostrata
nuotano dilemmi,
innumerabili ciglia di ragazza

Sa di dolce sale
l’aria frustata dall’Era magica,
altalene librano orbite urbane
da vecchi palazzi impalcati

la corda di cocco è implacabile

e fin nei fulcri più reconditi
r e g g e
essenze di farfalle
e avvoltoi pesanti
con la stessa prudente imprudenza
avviluppata

Non taglia l’acqua
tele bianche
ma fulgente alla fontana
si mostra assolata
sorgente

Dimmi allora per quanto avrei volato spazi
interminati,
come mi avvolgevano coperte indenni
da malanni
senza comprendere che ci sarebbe stata
l’assurdità di un quadro

Tu che sei lascito tragico
di una rossa veste disabitata
e domanda del mio sguardo riflesso
rifiorito tra sogno e realtà

Tu che sei l’astro che manca
alla profondità del mio cielo stellato

© 25 agosto ore 7,12

Per la prima volta°

Si scontra il dire con due rami
e il Pensiero pure.
L’oggi dai tanti ieri,
il mai che le lancette inchioda

Mi vesto e m’abbellisco con un po’ di trucco.
La cipria profuma questa pioggianuvola
che viene … senza sosta viene
a portar via il lume da parole logiche

Bianco il sangue che ti scorre ancora
e lontana quella sera, il suo urlo in gola,
l’accompagno ad una porta
come fosse la mia bocca

Ora che sono pronta
come se t’incontrasse nella sera nuova
la mia Veste …

… per la prima volta

°
Da “Note di nostalgia”.(2018)