Fuori e Dentro
Accadono, ogni nostro malgrado, i Fatti e il Tempo fuori e dentro la finestra della vita.
Accadono, ogni nostro malgrado, i Fatti e il Tempo fuori e dentro la finestra della vita.
Pensami
in penombra
quando il vai vieni delle luci in strada
ventaglia la calura della stanza
e il mio corpo mollemente adagiato
ha l’odore che chiama.
Lei, da velo traspare
< Ti attende >
Giunge melodia,
suono di dita
allargando s’insinua
nei lembi che sfoglia
e poi spoglia,
per carezzarla profondo.
Amami, fra queste cosce ospitali
< Amami >
Ché fino al midollo
voglio sentirti,
di bianco miele bagnata
di bianco latte nutrita
Labbra alle labbra
col nostro sapore
.
Dolce violenza
voglio e Tu vuoi.
Dirompente a mescere
dentro che muove,
sublime indecenza
ali in tempesta di neve e sole
.
E insieme
oltre ogni marea
sulla nostra spiaggia
ci ritroviamo
<Unico l’abbraccio >
vivi al nuovo giorno
Dove sei andata estate
che un tempo mi eri indifferente ed ora tanto preziosa?
Mi aggiungo all’autunno ancora,
a questo ottobre che mi corre incontro
e intanto ti rammento
libera
manifestata al sole
carezzare
col tuo mare l’acqua del mio corpo
scevro dai giri del tronco
nell’illusione
che induce tentazioni e strani ricordi
immergermi
nel profumo dei boschi
fra il fresco scialle di conifere e betulle
in mezzo a funghi improvvisi e nuovi
sbucati dopo la pioggia
fuggente a tristi pensieri
lieta di aver liberato prigioni
dal peso di spiccioli suoni
d’elemosine
semmai malinconica e vogliosa
di questa vita che troppo scorre
e disconosce
la giovane tenacia che dentro mi compone
© ore 9,54
“ Hanno perso il mondo e il mondo non li ha persi ”
e a Ruota … ruota …
guerriero pettirosso con la sciarpetta al collo
temerario il suo pensiero che sfidare sa l’inverno
e le zampette fredde poggia sul ramo bianco
tra gelide perle di rugiada e un campanile
dal suono lontano
Luccica nel libro di una fiaba –
comodo lo sguardo da un camino che scalda
© ore 8,10
Fruttava il mare nel fagotto a rete
credente ad uno spasimo chiaro
La guardò poi vuota che non poteva più donare
al suo vicino fianco.
Tu l’accettasti,
incredulo
pensasti a come e a quando
col muso a manifesti su pareti.
E recitando il pianto
occultavi la tua trave
Così partii, sgattaiolando
tutto il mio sconcerto
senza sapere che eri tu a guidare
il mio volante
e dal retrovisore lo lasciavi senza mani
Sgusciai ben governando
e portai tutto il mio oro in salvo,
intenta alla giornata,
volta ai miei pesci da sfamare
Pur ti intravidi
appena il sole fu a letto
/ d’improvviso /
ad un braccio di finestra
tra vetro e aria
nuda carne con un coltello
tra le costole aperte
E c’era sangue, odore macellato …
… intanto che te ne andavi e io mi sistemavo i capelli
© 25 agosto ore 7,41
Riposa la chiave –
ha lavorato talmente tanto
che il conto ha perso dei suoi giri!
Tempo è venuto
di coniugarsi al passato
così –
da ferma,
abbandonata
Non sa come l’aspetti il destino
ma sa che la sua porta
/ senza saperlo / è andata
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© ore 11,51
T’amo come d’amore amandoti
t’avrei d’amore amato
D’amaranto l’anima carnale
istante per istante
:
dissoluta, sensuale,
onomatopeica .!.
A schiusa arsa sete, genuflesse
le giugulari passate
sotto una pioggia di sangue
che scroscia senza fiato
fedele ad una sete uguale
/ nel presente crocifisso che non risorge domani /
© ore 7,49
Nella notte inchiostrata
nuotano dilemmi,
innumerabili ciglia di ragazza
Sa di dolce sale
l’aria frustata dall’Era magica,
altalene librano orbite urbane
da vecchi palazzi impalcati
la corda di cocco è implacabile
e fin nei fulcri più reconditi
r e g g e
essenze di farfalle
e avvoltoi pesanti
con la stessa prudente imprudenza
avviluppata
Non taglia l’acqua
tele bianche
ma fulgente alla fontana
si mostra assolata
sorgente
Dimmi allora per quanto avrei volato spazi
interminati,
come mi avvolgevano coperte indenni
da malanni
senza comprendere che ci sarebbe stata
l’assurdità di un quadro
Tu che sei lascito tragico
di una rossa veste disabitata
e domanda del mio sguardo riflesso
rifiorito tra sogno e realtà
Tu che sei l’astro che manca
alla profondità del mio cielo stellato
© 25 agosto ore 7,12
Sono amici i mesi che dopo un anno incontri … ma non sai se li rivedrai.
Si scontra il dire con due rami
e il Pensiero pure.
L’oggi dai tanti ieri,
il mai che le lancette inchioda
Mi vesto e m’abbellisco con un po’ di trucco.
La cipria profuma questa pioggianuvola
che viene … senza sosta viene
a portar via il lume da parole logiche
Bianco il sangue che ti scorre ancora
e lontana quella sera, il suo urlo in gola,
l’accompagno ad una porta
come fosse la mia bocca
Ora che sono pronta
come se t’incontrasse nella sera nuova
la mia Veste …
… per la prima volta
°
Da “Note di nostalgia”.(2018)