Autore: Maria Pia

Di more e mirtilli

No Comments

Era

riprendere la storia
e filo forte

trama e ordito –

dello sguardo
a stupita memoria,
il sorriso attraccato
quale baia del ristoro

E di più erano gli attimi
che alla lingua appartenevano
senza uso di parola

… gola a gola …

i giochi scandire dell’amore
nel bosco con respiro nuovo
come fosse interezza
il moto nella piccola gioia

… corpo a corpo …

la nostra incompleta persona

© ore 8,28

All’ Hotel California

No Comments

Quanti anni hai,
e quanti in resto me ne dai:
breve o lungo, un viaggio è

Ehi, dico a te!

Tutto casa e fossa,
re nelle patrie galere –

dei miei fianchi tondi
che danzano ombelichi mondi,
ritmiche genuflessioni
per succhiarti fino all’osso il cuore;

dopo una guida stolta
e un tuffo all’angiporto
dentro la nostra notte
esplosa a liquefatto sudore

Ehi, dico a te!

Sotto i raggi del sole
su catrame molle
reo d’una luna vuota

che dopo un impatto folle
mi racconti di miraggi morti …

… da cui non potrai uscire
nemmeno fossi cielo in specchio
sul mare delle ombre

© ore 16,18

Alla Patria dei miei anni

No Comments

Calda, calda placenta –
accoglimi, ispirami.
Fatti culla tranquilla, nido
sull’albero verde

Ho paura d’uscire tra estranei dipinti,
sotto nubi di cenere non farmi piangere

Verso bagnasciuga oso sentimenti –
a chiuse palpebre
ricordi che non voglio spegnere
pur se s’infrangono sulla mia pelle
lasciando graffi indelebili

«Quanti fogli vanno a sprecarsi
che prima erano bianchi e inconsapevoli
negli autunni accumulati
più che le primavere,
nelle estati bruciate su spiagge di sale,
negli inverni che mentono la neve
ogni natale
»

Ma ciò io lo devo
alla Patria dei miei anni,
alle mani che vogliono svuotarsi,
alle lucciole sacrileghe estinte
dentro siepi nottali …

… finché questo corpo
non mi assolverà aprendomi le sbarre

© ore 10,31

Madonna senza luna

No Comments

Pare una lanterna
camminare il buio

Sola
Sospesa
Ondeggia
Fluttua

Forse nella cieca notte
mia e sua

Strizzo le ciglia e le iridi s’accucciano
per dar sboccio alle pupille che frugano.
Da parete a parete
è suolo scuro, solco oltre ogni giuntura

Alzo la veduta:

sul tetto non ci sono stelle –
cerco allora la luna
da queste parti in un pozzo caduta
e intanto seguo quella molle luce
spargere sprazzi di chiarore inducente
a macchia d’olio, a macchia di belva

Un mantello copre la figura,
salgono scale d’apertura e bianchi piedi
verso il pianto di un’ugola novella

Decifrabile a memoria, s’ode taciuta
melodia d’altro suono che s’accosta
nella selva oscura …

… melodia che non puoi ripetere
appena la tua forma alzi al nuovo giorno

© ore 6,14

°°°° °°°°°°°°°°°°

E n t r o:

nel momento che mi reca
a quel luogo, a quel tempo

C a m m i n o:

ci sono portici col mio assolo,
e vetrine che vogliono vendere
attraggono.
Non è l’ora giusta non lo è il giorno,
ma la voce esula da pietre a paragone …

… quando ha da schiarirsi la gola

Qui c’era un fruttarolo mondo,
lo gettarono al suolo.
Riemerso, ha nuove costole.
Agnostici entrano ed escono
passi nuovi

P r o s e g u o:

il pensiero vuole portarmi
altrove,
alla distanza confusa
dei nostri discorsi,
al sacrificio delle mezz’ore …

… che timbravano un lavoro

Oltre le continue affollate orge
scritte e orali di ora come allora,
che non soffrono ad oggettiva conta
sia quando il sole veglia
sia quando se la dorme

M i f e r m o:

davanti a una vetrina
di secchi fiori,
il riflesso di un dito si posa
quale tremula farfalla.
Impera la tua richiesta e …

… il suono mi martella il cuore

E c’è il dubbio della croce,
le tredici esistenze a indurmi
in tentazione
per chiarire l’ultima ombra
e non tradurci nel nulla di una fossa

T o r n o:

/ ore 16,37 luminol /

Decidui alberi

Decidua vita

Caduca

torna poi con altre foglie

che di me non sanno

che di me non vivono

© ore 7,44

Funambolica sera

Non vedrà più diritte righe
dove punta l’occhio il naso

/ forse l’orizzonte /

Gioca


frizzantino freddo tepore
appena naufrago raggiunge
un mare e un cielo di colorazioni

e in mera sintonia Lui muore e risorge

c o m m o s s o

dalla tua fronte

© ore 8,19

A Domitilla°

Quante albe
accorsero ai tuoi desideri

e quante notti
accesero stelle
alle socchiuse ciglia
vibranti vibrisse …

… non chiesi al tuo pensare

Il sogno ti rapiva
con sussurri alla menta:

Sì, sei la mia gatta bellissima
ed io non ho un cuore di cenere

© ore 7,59

°Sezione Immagini

Da vene a neve

Insenature s’estendono
a stretti fianchi –

splendido grigioazzurro
rincorre da millenni,
fermo dal rosso al bianco
malinconico flauto

Non essere che quel che fummo:

non altro che sperso fiato,
su piano ammezzato senza tasti

da carezzare

E lì, eppure,
da vene a neve

restarmi a brillare

(espansa
ghiaccia glassa in punta di ciliegia,
s t r a n a
su torta fantasma
nell’inchiostro d’acqua
d’un’altra vita)

a scrivere e scrivere …
… per non ucciderti

© ore 8,50

Bordeaux

Bucolico sipario apro all’Intermezzo
che mi viene addOsso

ha di velluto l’anima
e il colore della rOsa bordeaux
avvinta all’occhiello d’un garofano

non s’aggiungano parole
né bestemmie d’autore
alle tante geneRose che non ebbero
sudOre,

né vaghino pAssi senza polso
con caviglie anonime

per fermarsi al Tempio a suggere gli odOri
emessi dalla tremula pioggia …

… e rifocillare secco midollo tra l’umidore
del bosco e il sogno

in obolo lasciando petriCore
quale fOrma del suo corpo

© ore 7,54