All’Aquila d’Oro
Scende l’aquila d’oro
alla taverna dell’impossibile.
Il ninnolo in alto introduce la scena:
ali di vento
grazia che splende luce sul becco
prima che ne sbocci il sorriso
la forza che ha dentro
mi siedo – ti siedi
e l’oste ci arriva:
barba mangiata, sguardo liquido
uno straccio posato sulla spalla destra.
Nostre le mani che si cercano
sopra il nudo legno
due porto – un porto
ci alziamo
con le dita strette.
Forse le scale, forse la strada lineare
o un pensiero del Cielo
che ci dona i suoi rami
…
piume dinamiche fra la paglia tenue