Uva pazza
M’appaio.
In una selva chiara m’appaio
avvolta nella nebbia
ottobrina,
accolta da castagne
A passo
molle e croccante
superstiti fragranze
s’affollano nel naso.
Le sento
concubine d’estasi
un’eco quasi
fra frasche assopite
e nuove altre.
Il diverso reso uguale
alla fine del destino
/giacigli d’uva pazza
m’indovinano/
@ ore 7,00