Da vene a neve
Insenature s’estendono
a stretti fianchi –
splendido grigioazzurro
rincorre da millenni,
fermo dal rosso al bianco
malinconico flauto
Non essere che quel che fummo:
non altro che sperso fiato,
su piano ammezzato senza tasti
da carezzare
E lì, eppure,
da vene a neve
restarmi a brillare
(espansa
ghiaccia glassa in punta di ciliegia,
s t r a n a
su torta fantasma
nell’inchiostro d’acqua
d’un’altra vita)
a scrivere e scrivere …
… per non ucciderti
© ore 8,50