Strane Stagioni

Celestiale effluvio
primo e vero
d’una rosa – e stata
spiaggia d’onde

m’inarco e m’inebrio

àncora
tra anfratti e fronde
gocciolante
ocra dal profumo rosso

e tini mi ribollono
di un non perduto Amore
nel suono – a tu tonale
insonne

intimo audace sfioro
dalle nebbiose piogge
respirando frange viola
palpitando luce avorio

nuova fiamma accesa – d’invero
ebbra nella calda grotta
mentre fuori nevica a briglia sciolta
il bianco buio delle perse notti

e lì ti aspetto
in divenire oltre

con la sola pelle addosso

© ore 9,10

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