Il sapore dell’arancia
Si alzò
scampato alla notte.
Non sapeva sarebbe stato
l’ultimo
e inframmezzato giorno
Solite mura
solita stanza
l’impronta alla poltrona incastonata
che fosse proprio il sole alto a dirgli basta
sulla via ladra del respiro
Rimaneva il sapore dell’arancia
e nauseava
e rotolava
la corsa
le scale a dirotto
e Lui
tradotto
su quel piano freddo
ancora fresco di tepore
Se n’è andato
e più riconoscevo
quel suo corpo vuoto